Pasqua ortodossa in Arkadia (Leonidio e Tripoli)

Pasqua ortodossa in Arkadia (Leonidio e Tripoli)

Testo e foto Jorgos Kukos

Per i greci è la Pasqua la più importante festa dell’anno, forse perchè si tratta di una festa primaverile e a loro piace tanto vivere all’aria aperta. Così approfittano della chiusura delle scuole, che si protrae per 15 giorni, per tornare ai loro paesi di origine. A ciò si aggiunge un fatto: il greco è legato alla famiglia e a tutti i parenti. Così il ritorno “in patria” si riveste anche di questo preciso significato: reincontrarsi.

Inoltre si sa che in Grecia ogni occasione per festeggiare non va mai persa. Questo discorso vale certamente anche per il Natale ma la Grecia è ricca di montagne e molti piccoli paesi non sono stati, soprattutto in passato, facilmente accessibili in inverno, a causa delle abbondanti nevicate. Le visite ai parenti, allora, venivano rimandate alla stagione primaverile, e così la Pasqua ha sempre rappresentato l’occasione giusta. Esistono anche altri motivi. Quando la Grecia viveva sotto il giogo della dominazione turca, il desiderio d’ indipendenza utilizzava la resurrezione del Cristo come metafora della resurrezione dell’intero Paese.  Molte canzoni, poesie, e testi vari, testimoniano questi sentimenti. Non ci vuole altro per incoronare la Pasqua come regina delle festività.

Tutta la preparazione alla festa inizia dalla Domenica delle Palme. Per una settimana, chiamata la “settimana grande” (megali evdomada), si va in chiesa ogni sera per la Messa. Tutto, però, diventa veramente interessante( anche dal punto di vista fotografico) dal Venerdì Santo ( Megali Paraskevì) durante il quale in ogni chiesa si sistema l'”Epitatfios”, una costruzione di legno simile a un piccolo gazebo, che rappresenta la tomba di Cristo. Le ragazze e le donne del paese la decorano con fiori freschi, e le campane, fin dal giorno precedente, “suonano a morto” dal mattino alla sera, invitando la popolazione a venire in chiesa. E a passare sotto l’Epitaffio. La sera del Venerdì si svolge la processione. L’ Epitaffio fa il giro del paese o del quartiere, e tutti lo seguono tenendo in mano le “lambades”, candele benedette. Il Venerdì Santo è un giorno semi festivo: si lavora solo fino alle 12 così tutti possono andare in chiesa.

Infine arriva il grande giorno,” Megalo Savato” e tutti si agitano moltissimo.

 

Così, mentre le donne preparano la maghiritsa e tutto il resto, gli uomini si dedicano ad allestire lo spiedo per l’agnello e il “kokoretsi” della Domenica. Dopo una settimana di lutto, infatti, ecco che arrivano i giorni di festa. Una bellissima festa popolare che investe la Grecia intera e che conviene non perdere.

 

LEONIDIO.”Megali Paraskevi”e”Megalo Savato” Epitafios e resurezzione.

 

 

Migliaia di aranci si trasformano in lumi per l’epitafios.

L’epitafios

 

 

 

 

 

 

“megallo Savato”

 

Si preparano le “mongolfiere”

 

A mezzanotte nel momento del “Cristos Anesti” centinaia di mongolfiere si alzano al cielo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La maghiritsa in camper.

 

 

TRIPOLI.piazza centrale. Domenica di Pasqua

 

 

Si preparano le braccia per gli agnelli allo spiedo.

 

Agnello e kokoretsi gratis.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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